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#Novità del Settore

L'integrazione dei dati è ancora una sfida nell'agrobusiness

L'agroalimentare è pieno di persone e organizzazioni che vogliono innovare.

Le tecnologie per il settore non mancano: droni, sensori, controller e software dei più diversi diventano sempre più presenti nella vita quotidiana del campo. Ma la domanda che sorge spontanea è: come ottenere risultati efficaci in questo scenario? Secondo un'indagine di Inmarsat che ha coinvolto le aziende agricole, circa l'86% delle aziende non riesce a condividere e analizzare in modo efficace i dati ottenuti attraverso dispositivi tecnologici.

“Quello che vediamo, fondamentalmente, sono dati e più dati generati dalle tecnologie. Tuttavia, non ha senso avere un'abbondanza di informazioni se non agiamo con l'analisi e la gestione in aggiunta. E per vincere questa sfida, la parola chiave è integrazione dei dati”, spiega Rafael Borelli, Commercial Solutions Manager presso la divisione Agricoltura di Hexagon, che sviluppa soluzioni digitali per i settori agricolo e forestale.

Ad esempio, un'operazione può fare affidamento su un drone in grado di valutare la piantagione e generare una mappa di raccomandazione di input e, allo stesso tempo, un controller per una precisa applicazione sul campo. Tuttavia, se non è possibile integrare la mappa delle raccomandazioni con il controller, nessuna delle due tecnologie sarà in grado di esercitare le proprie potenzialità e portare risultati.

Questa integrazione è una sfida, soprattutto quando si tratta di soluzioni di diversi fornitori. Questo perché la realtà dell'agrobusiness digitale è recente. Cinque anni fa, era ancora comune per le aziende mantenere i propri data center su server interni. Il cloud è una novità in questo scenario e ora che stanno iniziando a emergere nuovi strumenti in grado di sfruttare questo potenziale del cloud per rendere le integrazioni delle informazioni più facili e più agili.

Borelli spiega che, nella divisione Agricoltura di Hexagon, tutto il software consente già un certo livello di integrazione, sia con il sistema di gestione dell'azienda agricola (ERP) che utilizza le soluzioni della divisione, sia con i dati di altre società che forniscono risorse diverse a questo cliente. "Non lavoriamo con le stazioni meteorologiche, ad esempio, ma possiamo collegare i dati generati dalle nostre apparecchiature con quelli di un ente esperto in condizioni climatiche, portando informazioni unificate e centralizzate al gestore agricolo", afferma il Direttore commerciale.

Questa integrazione facilita la comprensione del business e garantisce quindi maggiore agilità e assertività nel processo decisionale, portando produttività e riduzione dei costi alle operazioni agricole. Per questo è anche essenziale che questi dati integrati siano presentati in modo chiaro e, soprattutto, incrociati e costantemente valutati in relazione agli indicatori di performance aziendali (KPI). Le piattaforme di Business Intelligence, che creano visioni in base alle esigenze delle aziende, sono interessanti in questo scenario, facilitando l'analisi e la gestione dei risultati e la pianificazione futura.

"Nel mercato agroalimentare i dati non mancano. Adesso serve lavorare sull'integrazione, per avere informazioni sempre più unificate provenienti da tecnologie di centralizzazione e di elaborazione di alto livello. Questo è il futuro, che è ancora più vicino con l'espansione di connettività e l'arrivo del 5G", rafforza Rafael Borelli. In questa prospettiva collaborano anche la crescita di professioni come i data scientist e il miglioramento di tecnologie come l'intelligenza artificiale e il machine learning. "È da queste novità che potremo lavorare con così tante informazioni che vengono generate sul campo, da un singolo o da più fornitori, risolvendo problemi e generando maggiore produttività per l'agrobusiness", aggiunge.

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